"Ho scelto questo titolo come metafora della 'fame', in questo caso fame d'arte, curiosità, voglia di aprirsi a nuovi linguaggi - spiega Sislej Xhafa, che ha già proposto iniziative simili a Kabul, Londra, Tirana, L'Avana, Faenza e in molte altre città -.

Sarà un percorso in divenire che trae linfa dalla strada e con la strada si confronta. In una società come la nostra dove contesti, linguaggi e strumenti cambiano in continuazione, credo che per l'artista sia fondamentale, se non impossibile, attingere alle tematiche sociali che lo circondano. E la strada, in questo senso, era e resta una formidabile fonte d'ispirazione. Dove si intrecciano la storia, il presente, ma anche l'immaginario, la fantasia, la vita e i suoi problemi. Anche per questo ho chiesto che il workshop sia aperto a tutti, non solo agli studenti dell'Accademia. Il tutto nella 'mia' Firenze, dove ho trascorso anni indimenticabili".

L'aspettativa è molto alta visto lo spessore dell'artista che, uscito dall'Accademia di Firenze negli anni novanta, ha imposto la sua attività all'attenzione internazionale con opere e performance ricche di contenuti. Tre volte benvenuto quindi a Sislej: dall'Accademia che ha contribuito alla sua formazione, dalla città di Firenze, di cui si può considerare figlio adottivo e dalla Toscana, essendo Xhafa artista della Galleria Continua di San Gimignano.

A cura di Angela Nocentini, docente e pro direttore dell'Accademia con delega ai progetti didattici sperimentali, il workshop, come detto, è aperto a tutti.

Gli interessati possono presentarsi direttamente all'Accademia di Belle Arti di Firenze, lunedì 13 aprile alle ore 22,30. Agli studenti dell'Accademia che parteciperanno saranno riconosciuti 3 crediti formativi.

Nato a Peja, Kosovo nel 1970, Sislej Xhafa vive e lavora a New York. É conosciuto per la sua ricerca artistica all'interno delle realtà sociali, economiche e politiche associate alle molte complessità della società moderna. Le sue ricerche, per esempio, riguardo fenomeni di turismo o illegalità forzate, usano un linguaggio minimal e sono allo stesso tempo ironiche e sovversive, servendosi indifferentemente di un'ampia gamma di media, dalla scultura al disegno, dalla performance alla fotografia.

"La realtà è più forte dell'arte. Come artista non mi interessa riflettere la realtà, ma voglio interrogarla e metterla in discussione. La mia educazione sociale non abbraccia azioni lineari, razionali. Io mi approccio alla vita e al mondo con un istinto primordiale.(Intervista di Gilane Tawadros a Sislej Xhafa, catalogo della mostra "Transmission Interrupted", Modern Art Oxford, 2009).

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